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A Miami non piove mai
Inserito il 06 marzo 2007 alle 14:22:33 da Max.

I nostri agenti a Miami

“A Miami o c’è l’uragano o non piove mai….., poi figurati, mi sa che un superbowl sotto la pioggia non c’è mai stato…”

 

“….si però le previsioni di Google dicono pioggia per domenica…”

 

“…ma si dai speriamo…”

 

Un vecchio detto dice: “Chi vive sperando……”

 

Son state 4 ore ininterrotte di acqua a catinelle. Fradici in modo indicibile, ci abbiamo messo 1 ora solo per uscire dal parcheggio dopo la partita. Siamo andati alla cena, invitati dall’NFL così, fradici. In una hall di un albergo con aria condizionata a palla. 18° al massimo. Avevo gli zebedei ridotti a uvette sultanine.

 

……..MA QUANTO CI SIAMO DIVERTITI PERO’!!!!!!!!!

Il SB è di per sè un evento di entertainment unico al mondo. Un’organizzazione maestosa, impeccabile. Uno show che dura due settimane intere con eventi di ogni genere e tipo. Con un parco giochi enorme attivo fino al giorno prima della partita (NFL Experience) in cui i ragazzini e gli adulti sono coinvolti in giochi, gare, conferenze.

 

Quando poi ci vai anche per lavoro e ti trovi a contatto con il management di una delle aziende di maggior successo al mondo, l’NFL appunto, con un fatturato che vale il PIL di molti paesi neanche tanto piccoli, l’esperienza diventa davvero completa.

 

Io e Joe arriviamo a Miami il giovedì pomeriggio prima della partita. Giusto il tempo di sistemarci nell’albergo prenotato all’ultimo minuto per la prima notte (originariamente dovevamo arrivare a Miami il venerdì), avendo la gradita sorpresa che per 99$ a notte in due avevamo veramente preso il Jolly di un bellissimo albergo moderno e logisticamente in posizione superba, e muoviamo verso downtown per capire dove ritirare i nostri accrediti Media.

 

Botta di deretano ulteriore, in centro, vista la massa di gente in movimento, apprendiamo che alle 8 i Miami Heat giocano con i Cleveland Cavs per una partita di regular season NBA. Quale interessante occasione….ci andiamo. A tutti i maschietti lettori consiglio di andare ad una partita dei Miami Heat alla prima occasione, senza badare a spese, perché quasi quasi la partita passa in second’ordine rispetto alla sfilata di interventi di chirurgia estetica che si presenta. The Big Boobs Fair, ecco come ho ribattezzato l’American Airlines Arena per l’occasione.

 

Il giorno dopo facciamo colazione con la famiglia Paganelli e salutiamo molti vecchi amici nonché compagni di crew durante le nostre esperienze NFL Europe. Ci sono tra gli altri Tony Corrente, Ref del Superbowl e compagno di crew di Joe per più stagioni e Jeff Triplette e Butch Hannah, Backup Ref e Backup umpire, rispettivamente mio Referee ed Umpire per due stagioni in NFLE.

 

Mattinata al Media Center del SB, messo in posizione strategica a Miami South Beach, dove facciamo un po’ di business ed anche di turismo. Joe si è innamorato di una delle hostess, immortalata per la cronaca….ma era la 27esima volta in due giorni, per cui non ci ho fatto caso.

 

Pomeriggio all’NFL Experience, per vedere cosa sono capaci di organizzare i nostri amici. Semplicemente pazzesco. Si va da una pista in sintetico per far fare ai ragazzini le gare cronometrate sui 50mt, a centri multimediali con viedeogiochi multiplayer; dalle aree commerciali dove è possibile acquistare di tutto, una maglietta autografata di Joe Montana o la serie completa di figurine del campionato del ’69, al padiglione del merchandising del SB, dove volendo puoi arredare la cas con materiale griffato SB XLI ‘ One day, One dream’. Insomma, da vedere.

 

L’albergo in cui ci trasferiamo ci fa un po’ pagare la fortuna della prima sera. Nonostante una location davvero invidiabile sulla baia, è un po’ topaia style. Joe è grosso, io sono grosso…la stanza è piccola con un cessetto da far fatica a non picchiare con le ginocchia contro il lavandino quando si è seduti sulla tazza. Vabbè, buon viso a cattiva sorte e si tira avanti.

 

Il sabato prevalentemente business con l’NFL ma anche l’interessante esperienza di prenotare un parcheggio per l’indomani, per scoprire poco dopo che avevamo prenotato un posto riservato ai disabili. Abbiamo optato per la soluzione di aggregarci ai nostri amici arbitri che, come al solito, grazie a Carl Paganelli ci hanno risolto il problema.

 

La domenica del SB arriva come già anticipato. Nuvoloso e pioggia a tratti a al mattino. La nostra speranza di non prendere acqua dissolta al primo sguardo al risveglio nella topaia.

 

Poi è SuperBowl.

L’acqua non ci massacra nei preliminari. In coda per l’ingresso senza grossi problemi e lo spettacolo prepartita bellissimo del Cinque du Soleil è ancora abbastanza asciutto. Ma l’ingresso delle squadre in campo e l’inno cantato da Billy Joel sono già in piena bufera d’acqua. Il resto probabilmente lo avete visto in televisione. Partita bruttarella, Chicago troppo più debole di Indianapolis, con un QB imbarazzante, per poter competere. Spettacolo comunque. A metà tempo c’è Prince. La cosa impressionante è stata la logistica per lo spettacolo. Dal momento in cui le squadre escono dal campo a fine 2° quarto al Kick off del 2° tempo passano, cronometrati sul tabellone, 30 minuti esatti. In questo lasso di tempo è stato montato un palco sul terreno di gioco da super concerto. Sono state fatti entrare 2-3000 ragazzini che facevano il pubblico, Prince ha suonato e cantato un’ora con la band sul palco, e tutto si è dissolto come era apparso. 30 minuti. Non avevo parole!

Vabbè sono già stato lungo e tedioso. Il dopo Superbowl è stata una sofferenza per il fradiciume ed il freddo mentre il giorno dopo si è consumato in qualche acquisto di merchandising al 50% di sconto (ricordatevelo se andrete mai la SB. Il giorno dopo tutto viene messo in vendita a metà prezzo. E c’è talmente tanta roba che non si corre un grande rischio di non trovare quello che piace nella giusta taglia) e in trasferimento all’aeroporto per il rientro.

Va be sembra facile a dirsi, ma è un po’ come andare a Napoli. Una volta nella vita bisogna cercare di farlo….e poi restare vivi, ovviamente.

 

 

 




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